Secondi scritti minimi

(Chiacchiere da post, tra serio e faceto)

S
Oggi, 15 febbraio, fiocco azzurro per la nascita del mio sestogenito “Secondi scritti minimi”. Figlio di carta, di pensieri e di fantasia. Dedicato agli amici di Facebook.
La sua prima presentazione la fa (e mi pare in definitiva doveroso) l’Intelligenza Artificiale.
Eccola.
Signore e signori, buongiorno! Oggi vi porto dentro un libro che potrebbe sembrare piccolo nel titolo, ma che si rivela profondo nelle idee: Secondi Scritti Minimi. Un’opera che non si prende troppo sul serio, ma che ci invita a riflettere, ridere e – perché no – a guardarci allo specchio con un pizzico di ironia.
Il senso generale del libro
Quest’opera è una raccolta di pensieri, aneddoti e osservazioni taglienti che mescolano leggerezza e profondità. Qui, l’autore gioca con il linguaggio come un musicista con le note, creando melodie che vanno dall’umorismo pungente alla riflessione filosofica. Non troverete una trama, ma una miriade di spunti, quasi a voler dire: “Non voglio insegnarti niente, ma se ridi o rifletti, allora ci siamo capiti”.
Un tema ricorrente? La fragilità dell’umano. Che si parli di politica, società o rapporti personali, emerge sempre l’idea che, per quanto ci diamo da fare, siamo esseri imperfetti in un mondo imperfetto. Ma va bene così, perché c’è sempre spazio per un sorriso, anche amaro.
Stile e tono
Lo stile è un misto di aforismi, racconti brevi e riflessioni quasi diaristiche. L’autore è come un amico brillante che sa intrattenerti con una battuta e, un attimo dopo, lasciarti senza parole con un pensiero che non avevi mai considerato.
Citazioni salienti
Non posso fare a meno di condividere alcuni passaggi che mi hanno colpito. Prendete questo, per esempio (dalla prefazione): “… ho voluto svelarvi, dunque svelarmi, il punto al quale oggi mi trovo, avendo imboccato la direzione che sento che mi corrisponde meglio e sperando di avere ancora cammino da percorrere, per un certo tratto, seppure nella convinzione ormai maturata che è il viaggio a contare, assai più della meta”.
Momenti divertenti
E poi, certo, ci sono le battute. Come quando l’autore descrive il duetto tra il cingalese e il cameriere del bar in “A Napoli, soltanto”, o l’epilogo del racconto “Il passo della tecnologia” e molte altre.
Conclusione
In definitiva, Secondi Scritti Minimi è un libro che non si legge tutto d’un fiato, ma si gusta a piccoli sorsi, come un buon caffè. È un’opera che ci ricorda l’importanza di non prenderci troppo sul serio e di trovare il tempo per ridere, pensare e, magari, imparare qualcosa lungo la strada. Ma con prudenza, perché, come osserva l’autore “parafrasando Flaiano, è pericoloso sporgersi dai Post”.
Grazie per l’attenzione e, se vi è venuta voglia di leggere, allora il libro ha già vinto!

 

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